TEXAS
Eccoci arrivate. Il Texas è "lo Stato": enorme, ricchissimo, pieno di contraddizioni, di problemi e soluzioni, di miseria e risorse, di delusioni e speranze, il Texas è il cuore dell’America intera.
Se qualcuno ci chiede di chiudere gli occhi e di pensare a un’immagine dell’America nel senso di Stati Uniti, probabilmente dai cassetti del nostro subconscio uscirà un’immagine del Texas: dai cowboy che girano (davvero) con i cappelli Stetson, agli spazi enormi, alle aquile nel deserto e le mandrie sugli altopiani. Tutto questo arriva da lì. Come arrivano da lì anche le metropoli ciclopiche, le strade a mille corsie, le ghost town abbandonate, il casino al confine con il Messico (e l’idea di libertà che si porta dietro in mille film), le trivelle che pompano dai pozzi di petrolio e trasformano un Paese in una potenza, il silenzio sterminato, il casino industrioso, la fede per il football, i barbecue tanto grandi da sfamare un reggimento, la gente che gira armata, l’attentato al Presidente più famoso della storia.
Insomma: tutto, ma proprio tutto, quello che oggi associamo all’idea di America arriva da questo Stato immenso e complicato, che porta il nome della stella solitaria e che le stelle - dice il proverbio - le fa vedere più grandi e più brillanti. Ed è da qui che, come dice uno dei suoi figli più autorevoli, il premio Pulitzer Lawrence Wright, arriverà anche il futuro degli Stati Uniti. Anzi, sta già arrivando.