OKLAHOMA
Che dire dell’Oklahoma? La parola "campagna" rende solo in parte l’idea. Qui siamo quasi al centro degli Stati Uniti, nella zona in cui l’isolamento è più accentuato. E si vede.
Questa newsletter nasce da una passione (quella per gli USA) e da una necessità: quella di mostrare, una ad una e per quanto possibile, le mille facce degli Stati Uniti, un Paese enorme e lontano che riesce nel miracolo di sembrarci, allo stesso tempo, familiare e sconosciuto.
Così abbiamo attraversato Stati che sono, di fatto, periferia di qualche grande città, ma anche Stati agricoli, Stati industriali, Stati ricchissimi, Stati poveri, Stati divorati dal loro stesso mito, Stati negletti.
L’Oklahoma, che si trova quasi al centro degli Stati Uniti, è un posto allo stesso tempo rurale e industriale: da qui arriva buona parte di quello che si mangia nella Rust Belt. E diciamo “mangia” in tutti i sensi: qui ci sono moltissimo allevamento e soprattutto moltissime risorse in termini di petrolio e gas. Anche gran parte della cannabis che si fuma negli Stati in cui è legale farlo arriva da qui.
Ma non è tutto. Se avete visto Twister (intendo quello del 1996, ma va bene anche quello in sala in questi giorni) saprete anche che questa è terra di tornado fortissimi e straordinariamente frequenti. E questo ha portato, in anni recenti, a uno sviluppo verticale del settore dell’energia eolica. Cosa che, se ci pensate un attimo, cozza moltissimo con il totale e irreversibile conservatorismo dello Stato che, insieme a Idaho e Wyoming, è uno dei più graniticamente repubblicani del Paese.
Ma non c’è solo vento qui: c’è anche un sacco di storia. Quella recente e dolorosa dell’attentato del 1996, quella atroce e violenta della guerriglia razzista del Massacro di Tulsa, c’è quella del vecchio West (qui c’è una specie di museo dei cowboy) e soprattutto quella ingiusta e dimenticata dei Nativi: questo è lo Stato, dopo l’Alaska, in cui la popolazione nativa è più numerosa. Laddove “numerosa” significa 500 mila persone.